lunedì 23 maggio 2016

Il ciclo dell'etilene: come proteggere la microfauna del suolo.


In questo articolo parleremo di come fare in modo che gli organismi viventi nel suolo possano tornare utili per far crescere gli ortaggi. 
Per fare ciò è necessario ricostruire le condizioni ideali perché essi possano sopravvivere e riprodursi. In agricoltura sinergica questo risultato viene raggiunto non lavorando il terreno
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Le aiuole, infatti, verranno vangate o arate per l'ultima volta durante la preparazione dell'orto, il primo anno, preservando così un ciclo ecologico del suolo chiamato “CICLO OSSIGENO-ETILENE”.

Il ciclo ossigeno etilene

Usando una licenza poetica per introdurlo, si potrebbe dire che il ciclo ossigeno etilene è il respiro della Terra.
Il microbiologo australiano Alan Smith giunse a questa scoperta in seguito agli studi sul campo effettuati per combattere un fungo molto aggressivo, la Phitosphora, che all'epoca stava minacciando la salute delle estese piantagioni dell'industria dell'avocado in Australia.
Un ciclo completo avviene ogni 20 minuti circa e consiste, semplificando, in una inspirazione ed una espirazione di gas dentro e fuori dal suolo.
In realtà è un complesso sistema di relazioni che intercorrono tra le piante, i microorganismi e i nutrienti del suolo, mirato a regolare la velocità di decomposizione della parte organica del terreno e la mobilizzazione delle sostanze nutritive legate alle molecole ossidate.




Spiegarlo in dettaglio non è per nulla facile, ma ci arrangeremo descrivendo brevemente le fasi del ciclo e sperare che esse risultino comprensibili:
  1. il 25% delle sostanze zuccherine prodotte dalle piante con la fotosintesi viene essudata dalle radici nella rizosfera. Queste forniscono nutrimento ai microorganismi, che intensificano la loro attività.

  2. L’attività microbica esaurisce l’ossigeno, creando così i micrositi anaerobici.

  3. In assenza di ossigeno il ferro, presente nel suolo, passa alla forma ferrosa.

  4. La trasformazione del ferro libera solfati ed oligo-elementi abitualmente legati ai cristalli ferrici nella soluzione del suolo.

  5. La forma ferrosa in soluzione:
a - rende disponibili per le piante gli elementi nutritivi legati all’argilla e alla sostanza organica, in particolare: potassio, magnesio, ammonio;
b - stimola la produzione di etilene (i cui precursori sono presenti nella materia organica in decomposizione) che blocca l’attività microbica.
  1. La soluzione ferrosa migra alla periferia dei siti anaerobici e l’ossigeno si diffonde nei micrositi dall’esterno.

  2. Il contatto con l’ossigeno provoca l’ossidazione del ferro sotto forma ferrica che trattiene quindi gli elementi non utilizzati dalle piante. In assenza di ioni ferrosi:
a - gli altri elementi nutritivi si legano nuovamente all’argilla e alla materia organica
b - la produzione di etilene s’interrompe e il resto dell’etilene si diffonde all’esterno dei micrositi.
  1. I microrganismi riprendono la loro attività e i nutrimenti sono preservati dal dilavamento.

Perchè non arare il terreno

Quando il terreno viene disturbato la situazione muta radicalmente.
In seguito alle lavorazioni la sostanza organica diminuisce drasticamente, i nutrienti vengono dilavati, l'incidenza di malattie aumenta esponenzialmente.
Con l'aggiunta di fertilizzanti si sopperisce a questi inconvenienti, aggiungendo molecole che non favoriscono il corretto svolgersi del ciclo, come per esempio i nitrati che vanno a scombussolare anche altri cicli geologici importanti, tra i quali quello dell'azoto, in cui i microorganismi giocano un ruolo primario.
L'argomento è veramente lungo quanto affascinante, per questo vi invitiamo ad approfondire su internet o prendendo spunto dalla bibliografia.

A scopo pratico ecco, dunque cosa è necessario fare per preservare i cicli del suolo e trarre il maggior vantaggio con il minimo sforzo:
  1. Evitare di arare o rimuovere il terreno;

  2. Evitare l’uso di nitrati;

  3. Lasciare al suolo i residui organici non utilizzati (foglie, piante secche, radici), al cui interno, in seguito al processo di decomposizione, si accumula il precursore che permette, con la mobilitazione del ferro, la produzione di etilene.

Bibliografia
Emilia Hazelip, Agricoltura Sinergica: le origini, l'esperienza, la pratica, Terra Nuova Edizioni, Firenze 2014
Sitografia

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