“Un metro
quadro che fa bene all’ambiente” è la campagna presentata in conferenza stampa da
Legambiente alla presenza dell’assessore alla Tutela Ambientale della Provincia
di Varese Luca Marsico, dell’assessore all’ambiente del Comune di Malnate
Giuseppe Riggi, del banchiere ambulante di Banca Etica Alberto Andreola, del
presidente dell’associazione “Contrada dei Calimali“ Claudio Caccin.
Scopo:
lanciare la raccolta fondi per
l’acquisto della porzione dei Mulini di Gurone dove l’associazione
ambientalista intende costituire un Osservatorio permanente per il fiume Olona,
un centro per il volontariato ambientale, un punto di riferimento per il
turismo sostenibile e i percorsi di educazione ambientale.
In cambio, il Cigno Verde offre
la speranza di tornare fra anni in un luogo e trovarlo “preservato
dall’ingordigia dello sviluppo urbano”, come afferma Dino De Simone, presidente di Legambiente Varese.
E garantisce l’impegno
vincolante dell’utilizzo dei fondi per lo sviluppo del progetto e il continuo,
trasparente aggiornamento sull’andamento dello stesso, anche attraverso il blog
sosmulini.blogspot.it
creato per l’occasione.
Come contribuire
Volete contribuire? Diamo un
po’ di numeri: 350 metri
quadrati è la superficie da acquisire; 300 euro il costo
al mq, per un totale di 105 mila euro. Per permettere una sorta di azionariato
diffuso, con il coinvolgimento più ampio possibile, Legambiente ha coniato una nuova unità di misura che è un
dodicesimo di un metro quadro: il medone
lombardo, tradizionale piastrella in cotto presente nell’antico edificio.
E’ possibile dunque
sottoscrivere “i propri medoni”, con quote
da 25 euro l’una, direttamente online
sul sito www.buonacausa.org/sosmulini
oppure tramite bonifico bancario
intestato a Legambiente Varese Onlus - piazza De Salvo 8 - 21100 Varese, presso
Banca Etica. IBAN: IT37A0501801600000000122315 (otto zeri consecutivi), causale
SOS Mulini.
La storia
Quella di cui parliamo è
un’iniziativa che parte da lontano e che racconta dell’inquinamento dell’Olona,
di una vertenza vinta, di un bell’esempio di cittadinanza attiva, di una lotta
persa a metà per la salvaguardia dell’abitato storico.
“Il punto di partenza è la costituzione in parte civile di Legambiente nel 1994
contro la
Verniciatura Negri che aveva inquinato le falde acquifere
nel comune di Malnate due anni prima – ricostruisce Alberto
Minazzi ,
coordinatore dei circoli del Cigno Verde della provincia di Varese -: il
Tribunale ha condannato la ditta e riconosciuto un indennizzo economico
all’associazione e ai cittadini che si erano impegnati nella battaglia legale.”
Gli ambientalisti malnatesi decisero di investire sul territorio il denaro ricevuto
(circa 20 mila euro). La scelta si concentrò in particolare su un'area ai
margini urbani, ma di estremo valore: i Mulini di Gurone.
“Il Circolo Legambiente di
Malnate – spiega Laura Balzan,
attuale presidente e tra i protagonisti fin dall’inizio – ha sempre sostenuto
la necessità di salvaguardare l'area naturale
e l’abitato storico dei Mulini, minacciato di delocalizzazione dal progetto
della diga di laminazione delle piene dell’Olona.”
Le prospettive
Oggi la situazione è mutata:
la diga è stata realizzata, ma l’edificio è stato protetto e le opere di compensazione
hanno ripristinato la naturalità dell'area e l’hanno valorizzata con le aree
umide. Un luogo ideale per attività di educazione
ambientale e per ospitare campi di
volontariato; azioni che l’associazione già intraprende in altre località
della provincia ma che così potrebbero godere di una continuità effettiva.
La zona potrebbe inoltre
diventare attrattiva per il cicloturismo.
Da qualche tempo, infatti, si discute del collegamento ciclopedonale lungo i
binari dell’ex ferrovia della Valmorea da Castiglione a Mendrisio: un tracciato
che si unirebbe dunque, da una parte, alla rete ciclabile europea che dalla
Svizzera prosegue fino al Nord, dall’altra, all’itinerario già presente da
Castiglione a Castellanza e che continuando si innesta nella rete provinciale
milanese e nell’itinerario nazionale FIAB
L’ecosistema
Olona è stato per troppi anni trascurato: un centro di documentazione sulla gestione e manutenzione del
territorio fluviale è un altro, importantissimo, obiettivo del progetto.
I partner
“Tutte
queste azioni – sottolinea Laura Balzan – non hanno senso se rimangono isolate
rispetto a quelle dei vari attori pubblici e privati che in misura diversa sono
impegnati nella zona. Anzi, crediamo che il nostro progetto possa essere
un’occasione per coordinarle”.
Ecco
dunque la volontà di contribuire al rafforzamento del corridoio ecologico tra
il Plis (Parco Locale di Interesse Sovracomunale) “RTO” e il Plis “Valle del
Lanza” e all’istituzione dei nuovi parchi in via di definizione “Cintura Verde
– Varese Sud” e “Valle della Bevera”.
Ecco
anche la collaborazione con la Provincia
di Varese, con la quale è in corso una convenzione per la gestione
naturalistica dell’area intorno all’ex casello della ferrovia della Valmorea.
“La
nostra iniziativa sperimenta strade nuove – conclude Minazzi -, per contribuire
alla risoluzione della crisi. Vogliamo coinvolgere da una parte realtà come Banca Etica, con cui condividiamo una
filosofia di fondo, e dall’altra i cittadini, a cui chiedere un’assunzione di
corresponsabilità di fronte al crollo dei contributi pubblici”.
Infine,
partner tecnico è uno staff di giovani ingegneri che ha realizzato uno studio
progettuale di recupero dell’immobile basato su soluzioni costruttive improntate
all’edilizia bioclimatica.
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