“Braccia
muscolose e mani forti, ma femminili e delicatissime”
Questo il
ritratto più vero di una donna che ha dedicato la sua vita ad
insegnare l'amore per la Terra, unica scappatoia dalla logica di
sfruttamento e controllo delle risorse naturali. L'ecofemminismo è
essenzialmente questo: amare incondizionatamente e partecipare al
gioco della vita collaborando piuttosto che ostacolando la Natura!
Noi ne siamo parte.
Emilia
Hazelip fu la creatrice dell'Agricoltura Sinergica in Europa, adattando i metodi dell'agricoltura naturale del microbiologo giapponese Masanobu Fukuoka e della Permacoltura di Bill Mollison e di David Holmgren al clima mediterraneo.
Emile fu anche un' ecofemminista convinta. Il movimento dell'ecofemminsimo si basa sull'esistenza di un terreno comune tra ambientalismo, femminismo e animalismo. Non si occupa prettamente di promuovere la parità dei generi all'interno della società ma, in senso più ampio, si dedica ad affrontare e superare i modelli discriminatori che si sono imposti nella storia (il dominio di soggetti classificati come appartenenti a categorie di rango superiore su soggetti di rango inferiore: es. l'uomo sulla donna, il bianco sul nero, l'essere umano sulla natura) attraverso una rivalutazione, celebrazione e difesa del femminile, sottostimato in quanto associato a ciò che riguarda la corporeità, le emozioni, la sapienza intuitiva, la cooperazione, l'istinto alla cura, la capacità simpatetica e quella empatetica. Cerca, quindi, di riequilibrare il maschilismo della società contemporanea, identificatosi oramai in concetti opposti quali: teoricità, razionalità, intelletto, competizione, dominio e apatia[1].
Emile fu anche un' ecofemminista convinta. Il movimento dell'ecofemminsimo si basa sull'esistenza di un terreno comune tra ambientalismo, femminismo e animalismo. Non si occupa prettamente di promuovere la parità dei generi all'interno della società ma, in senso più ampio, si dedica ad affrontare e superare i modelli discriminatori che si sono imposti nella storia (il dominio di soggetti classificati come appartenenti a categorie di rango superiore su soggetti di rango inferiore: es. l'uomo sulla donna, il bianco sul nero, l'essere umano sulla natura) attraverso una rivalutazione, celebrazione e difesa del femminile, sottostimato in quanto associato a ciò che riguarda la corporeità, le emozioni, la sapienza intuitiva, la cooperazione, l'istinto alla cura, la capacità simpatetica e quella empatetica. Cerca, quindi, di riequilibrare il maschilismo della società contemporanea, identificatosi oramai in concetti opposti quali: teoricità, razionalità, intelletto, competizione, dominio e apatia[1].
Colin
Renfrew, archeologo britannico, sulla base di ritrovamenti di insediamenti
Neolitici in Europa centro-orientale e nella zona centro
mediterranea, ha espresso molto bene questo concetto ripercorrendo la
storia dell'uomo pre-istorico (cioè prima della nascita della
scrittura): “[…] la civiltà fiorita in Europa tra il 6500 e il
3500 a.C. e a Creta fino al 1450 a.C. ha goduto di un lungo e
ininterrotto periodo di pace che ha prodotto espressioni artistiche
di elevata raffinatezza e bellezza, dimostrando un livello nella
qualità della vita più alto, rispetto a molti sistemi androcratici
dominati dal maschile. Rigetto l'assunto che il concetto di civiltà
si riferisca solo a società androcratiche di guerrieri; la base
generativa di ogni civilizzazione si fonda sul suo livello di
creatività artistica, estetica, sui suoi valori immateriali e di
libertà, che rendono la vita più significativa e gioiosa per tutti
i cittadini, oltre
che per equilibrare il potere tra i sessi.”[2]
Ma cosa
c'entra tutto ciò con un orto, vi starete chiedendo voi?
C'entra
eccome, dato che le civiltà del Neolitico furono i primissimi esempi
di civiltà basate sull'agricoltura sedentaria.
L'accento
qui è posto sul fatto che queste comunità ginocentriche (il culto
della donna e di tutte le sue qualità) furono
in grado di vivere e convivere tra di loro senza ricorrere all'uso
delle armi per guerre fratricide,
di saccheggio e di conquista tipiche di un sistema maschilista, volto
al dominio sugli altri e sull'accumulo di risorse. Infatti, durante
gli scavi in queste regioni, non sono stati rinvenuti resti di armi
da usare contro altri esseri umani, né dipinti che raffigurassero
scene di guerra tra popoli.
Oggi
l'agricoltura è tra le prime responsabile dei cambiamenti climatici e
dei problemi più pressanti del mondo. Nel 2014 la FAO ha riportato le proprie stime globali sulle emissioni di gas serra rilasciate dal settore agricolo, dando un contributo al Quinto Rapporto di Valutazione del Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico, ossia l'IPCC.
Sul sito Internet FAOSTAT è possibilie trovare una serie di dati e grafici sull'andamento delle emissioni causate dall'agricoltura e dall'allevamento nel corso degli ultimi decenni, oltre alle previsioni future.
Questo fenomeno si può spiegare col fatto che l'agricoltura
stessa ha subito in
poco più di 50 anni
un cambiamento radicale durante il quale i
“valori” della guerra sono stati applicati per produrre cibo
saccheggiando, invece che nutrendo, la Terra
sulla quale viviamo.
Le piante non possono più essere considerate degli esseri che semplicemente privano il terreno delle sue sostanze nutritive: esse sono in grado di trasformare l'energia del sole e dell'anidride carbonica in materia solida e consistente e danno il 30% dei loro zuccheri fotosintetizzati per sostenere la biodiversità del suolo, la quale collabora con loro per mantenere l'equilibrio necessario per la crescita di tutte le forme viventi. Tecniche che prevedono l'uso di derivati del petrolio e l'abuso di macchinari agricoli dovrebbero essere abbandonate, perché distruggono il lavoro dei nostri alleati naturali: batteri, funghi, lombrichi e tutto ciò che in cambio di un po' di zucchero protegge, con la sua azione, i nostri raccolti!
Sul sito Internet FAOSTAT è possibilie trovare una serie di dati e grafici sull'andamento delle emissioni causate dall'agricoltura e dall'allevamento nel corso degli ultimi decenni, oltre alle previsioni future.
FAOSTAT. Emissioni globali (CO2 equivalente) tra il 1990 e il 2012. |
Le piante non possono più essere considerate degli esseri che semplicemente privano il terreno delle sue sostanze nutritive: esse sono in grado di trasformare l'energia del sole e dell'anidride carbonica in materia solida e consistente e danno il 30% dei loro zuccheri fotosintetizzati per sostenere la biodiversità del suolo, la quale collabora con loro per mantenere l'equilibrio necessario per la crescita di tutte le forme viventi. Tecniche che prevedono l'uso di derivati del petrolio e l'abuso di macchinari agricoli dovrebbero essere abbandonate, perché distruggono il lavoro dei nostri alleati naturali: batteri, funghi, lombrichi e tutto ciò che in cambio di un po' di zucchero protegge, con la sua azione, i nostri raccolti!
La
Terra sa meglio di noi come un ecosistema può auto-fertilizzarsi ed
auto-rigenerarsi. Il nostro scopo è quello di comprendere il nostro
ruolo di custodi del ciclo naturale dell'orto per incrementarne la
fertilità.
Bibliografia e sitografia:
- [1]: riadattamento di V. Plumwood, "Feminism and Ecofeminism: Beyond the Dualistic Assumptions of Women, Men, and Nature" (1992), in The Ecologist, Vol. 22, n° 1 (January/February 1992), pp. 8-13 (metti link a wikipedia – ecofemminismo)
- [2]: Colin Renfrew, Before Civilisation, the RadiocarbonRevolution and Prehistoric Europe, Pimlico, London 1973. (Trad. ita: L'Europa della Preistoria, Laterza, Roma-Bari 1996)
- Emilia Hazelip, Agricoltura Sinergica: le origini, l'esperienza, la pratica, Terra Nuova Edizioni, Firenze 2014
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